Il centro storico di Catania è tutelato dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Passate qualche giorno a Catania (ne bastano 2) e godetevi queste meraviglie architettoniche, ma anche la vivacità dei mercati popolari, la bellezza selvaggia (e infuocata) dell’Etna o il limpido mare della costa. E non dimenticate che si mangia alla grande e ci sono dei dolci eccezionali! In questa pagina vi indichiamo le 10 cose da vedere durante un fine settimana o una vacanza a Catania

  1. Piazza del Duomo accoglie i visitatori con “O Liotru“, l’elefantino simbolo di Catania. Le diverse leggende che lo accompagnano lo considerano magicoprotettore dalle eruzioni dell’Etna, ricordo di una religione dimenticata e molto altro.
Piazza del Duomo a Catania

Il nome “O Liotru” pare che derivi dalla storpiatura di Eliodoro, nome di un nobile considerato mago e negromante che cavalcava l’elefante di pietra per andare a Costantinopoli. La fontana prende la forma attuale nel 1736 anche se è il risultato di diversi elementi con età diverse: il basamento di marmo, l’elefante di pietra, l’obelisco portato a Catania dalle crociate, la proboscide restaurata e le zanne aggiunte dopo i danneggiamenti del terremoto del 1693. Fanno da cornice alla fontana il Palazzo degli Elefanti (Municipio), il Palazzo dei Chierici unito alla Cattedrale (vedi punto 2) da un passaggio sopra la Porta Uzeda. Di fronte al Municipio c’è la fontana dell’Amenano, il fiume che scorre sotto Catania visibile proprio sotto la fontana.

2. Se vi trovate a passare per Catania il 5 febbraio vi accorgerete dell’amore che i catanesi provano per Sant’Agata, la patrona della città a cui è dedicata la cattedrale.

Cattedrale di Sant'Agata a Catania
Cattedrale di Sant’Agata a Catania

Costruita sui resti di antiche terme, Il Duomo di Sant’Agata è stato più volte distrutto e ricostruito dopo terremoti ed eruzioni dell’Etna.

La prima costruzione risale al 1070 circa e di quell’epoca resta solo l’abside mentre tutto il resto è stato distrutto e ricostruito da capo. L’aspetto attuale risale ai lavori realizzati dal 1734 al 1761 da Vaccarini (esterni) e Palazzotto (interno).

La facciata è realizzata interamente in marmo di Carrara con innesto delle colonne provenienti dall’antico teatro romano. Le statue di Sant’Agata sono distribuite su tutti gli ordini.

L’interno è maestoso, a croce latina divisa su tre navate. Protetta dietro una cancellata c’è la cappella di Sant’Agata con la camera che contiene le reliquie.

Di fronte all’altare c’è la tomba di Vincenzo Bellini, musicista catanese di nascita.

Orari di apertura e costo del biglietto per la Cattedrale di Catania

Orari di apertura:

Mattina: dalle 7,45 alle 12.30
Pomeriggio: dalle 16.00 alle 19.00

Biglietto: gratis.

Come arrivare: a piedi nel centro storico.

3. Come in ogni città del sud, si può trovare la vera anima del luogo visitando i mercati popolari. Quelli in cui i catanesi si mostrano per come sono, nelle normali attività quotidiane.

I mercati popolari di Catania
I mercati popolari di Catania

Ce ne sono diversi ma sono due quelli che non si possono assolutamente perdere. Il primo e la Pescheria che si trova alle spalle di Piazza del Duomo e a Fera ‘o Luni, in piazza Carlo Alberto. La Pescheria è un mercato di pesce, il più colorato, animato, caotico e quindi caratteristico di Catania. Come in molti mercati della Sicilia, qui risuonano le vuciate, cioè le grida dei commercianti per richiamare clienti. Non molto distante, a Piazza Carlo Alberto, si svolge a Fera ‘o Luni, un mercato quotidiano di frutta, vestiti, giocattoli e altre mercanzie che negli ultimi anni ha assunto una forte connotazione multietnica. Nella stessa piazza, ogni domenica, c’è un Mercato delle Pulci gioia di chi è alla ricerca dell’affare a basso prezzo.

4. Da Piazza del Duomo parte la via più importante e scenografica di Catania: è Via Etnea, che prende il nome dal fatto che va in direzione dell’Etna, sempre visibile durante i 3 km di passeggiata.

Via Etnea a Catania
Via Etnea a Catania

Strada dello shopping, in gran parte pedonale e recentemente ripavimentata, via Etnea è luogo di passeggio di catanesi e turisti. Lungo il percorso è possibile fare un viaggio nel barocco siciliano perché quasi tutti i palazzi e le chiese furono costruite dagli architetti Vaccarini e Battaglia dopo il disastroso terremoto del 1693 che rase al suolo Catania. Tra una vetrina di marche alla moda, una sosta alla storica Pasticceria Savia, non perdetevi Piazza Università con palazzi del Rettorato e di San Giuliano e le 7 chiese barocche, tra cui la splendida Collegiata. La passeggiata finisce in Piazza Cavour, in quello che i catanesi chiamano “Il borgo” perché fino al 1693 era al di fuori delle mura cittadine.

5. Catania non poteva non rendere omaggio al suo figlio più famoso, il compositore Vincenzo Bellini. E lo ha fatto nel 1890, 55 anni dopo la morte avvenuta a soli 34 anni con la Norma, la sua opera più famosa.

Teatro Massimo Vincenzo Bellini a Catania
Teatro Massimo Vincenzo Bellini a Catania

Quella sera c’erano tutti: Luigi Capuana, Giovanni Verga, Federico De Roberto, nobili e ministri del Regno. Alla fine della rappresentazione entro anche il popolo, per ammirare quel teatro che si raccontava bellissimo. E in effetti lo è: con una visita guidata si possono visitare la sala a quattro ordini di palchi e il loggione riccamente decorati. Il soffitto è affrescato con immagini di Bellini e delle sue opere più famose: Norma, La sonnambula, I puritani e Il pirata. Il sipario ritrare la “Vittoria dei catanesi sui libici“. Non poteva mancare la statua in bronzo di Vincenzo Bellini, opera di Salvo Giordano. Oggi il Bellini dispone di un’orchestra di 105 elementi, di un coro di 84 elementi ed ha una ricca stagione concertistica e lirica.

Orari di apertura e costo del biglietto per il Teatro Bellini di Catania

Orari di apertura: dal martedì al sabato dalle ore 9,30 alle ore 12,00.

Costo del biglietto: visita guidata 6,50 €.

Come arrivare: a piedi nel centro storico.

6. Il Monastero dei Benedettini di Catania è considerato uno dei più grandi complessi monastici d’Europa.

Il Monastero dei Benedettini a Catania
Il Monastero dei Benedettini a Catania

Dopo un sapiente restauro, il Monastero oggi è sede del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università ed è visitabile grazie a una bella visita guidata.

Questa permette di ripercorrere i 500 anni di vita di questo luogo che ha ospitato i monaci e poi caserme, scuole, fino all’attuale destinazione.

Prima della visita consigliamo di leggere “I Vicerè” di De Roberto, storia di una famiglia catanese dopo l’Unità d’Italia.

Non mancano i riferimenti a questo luogo, con i monaci dipinti come buongustai (cucinavano e mangiavano tanto), gli avanzi li distribuivano alle loro amanti con relativi figli mentre i servitori rivendevano quel poco che restava…

Oggi il Monastero è uno spazio culturale dove si svolgono mostre, laboratori, convegni gestiti dall’Associazione Officine Culturali.

7. Poco fuori dal centro storico di Catania si trova Castello Ursino che ospita il Museo Civico. La zona circostante non è di per sé interessante ma il castello merita sia per l’architettura che per il valore storico e la bellezza delle opere.

Alle spalle una storia antichissima, la sua costruzione fu voluta agli inizi del 1200 da Federico II di Svevia per difendere le coste orientali siciliane. In origine il castello si trovava su un promontorio affacciato sul mare, a realizzare il progetto fu l’architetto Riccardo Da Lentini.

Fu parzialmente colpito da un’eruzione dell’Etna, nel Novecento venne restaurato per cercare di riportarlo allo stato originario e oggi presenta una pianta quadrata e quattro torri angolari.

Una curiosità, il castello fu adibito anche a prigione e in quelli che erano gli ambienti delle celle, oggi si trovano ancora i graffiti lasciati dagli ex carcerati. Qualcuno racconta che vi si aggiri anche qualche fantasma.

Interessante la storia della collezione del Museo Civico. Tutto inizia nell’Ottocento quando un cittadino catanese dona alla città le sue opere d’arte, da qui si aggiungono le collezioni dei Padri Benedettini e i reperti greci e romani rinvenuti con gli scavi archeologici tra cui terrecotte, vasellame, anfore, monete e bronzi. Seguono lasciti di collezionisti privati e acquisti di importanti opere d’arte.

La visita al Museo Civico si articola in varie sale: la Sala delle Armi all’ingresso, la Pinacoteca al primo piano e il percorso museale del secondo piano che include la sezione Numismatica e la mostra con disegni, fotografie e incisioni.

C’è anche una sezione dedicata alle esposizioni temporanee. Da non perdere la veduta di Catania dall’alto e, sullo sfondo, l’Etna. Rispetto al valore delle opere che offre, l’allestimento potrebbe essere valorizzato.

Mancano aree interattive che coinvolgano di più il visitatore, in compenso si può usufruire delle audioguide consultabili tramite lo smartphone, non particolarmente esaustive in quanto ad informazioni ma comunque in grado di indirizzare nel percorso di visita.

Orari di apertura e costo del biglietto per il Castello Ursino

Il Museo Civico di Castello Ursino è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19.
Biglietto: intero 10 euro; Ridotto 8 euro.

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